Prove di carico sui ponti stradali
PROVE DI CARICO SUI PONTI STRADALI
Col termine PONTE si intendono tutte quelle opere che, in relazione alla loro destinazione, vengono indicate normalmente con nomi particolari quali viadotti, cavalcavia o sottovia, sottopassi, sovrappassi, strade soprelevate, etc.
I ponti non possono essere posti in esercizio prima dell’esecuzione del collaudo statico previso dall’art.7 della Legge n.1086/1971.
Le prove di carico statiche degli impalcati da ponte vengono eseguite per determinare la deformata sotto carico per effetto dei carichi previsti in progetto.
Con la prova di carico su ponte, si dovrà verificare quanto previsto per tutte le prove di carico, e cioè che:
- le deformazioni si accrescano all’incirca proporzionalmente ai carichi;
- nel corso della prova non si siano prodotte fratture, fessurazioni, deformazioni o dissesti che compromettono la sicurezza o la conservazione dell’opera;
- la deformazione residua dopo la prima applicazione del carico massimo non superi una quota parte di quella totale commisurata ai prevedibili assestamenti iniziali di tipo anelastico della struttura oggetto della prova. Nel caso invece che tale limite venga superato, prove di carico successive devono indicare che la struttura tenda ad un comportamento elastico.
- la deformazione elastica risulti non maggiore di quella calcolata.
Si dovrà inoltre controllare che le deformazioni sotto i carichi di prova, in termini di abbassamenti, rotazioni etc, siano comparabili con quelle previste in progetto e che le eventuali deformazioni residue dopo il primo ciclo di carico, determinate come indicato più sopra, non risultino superiori al 15% di quelle massime misurate, ovvero successive prove di carico dimostrino che le deformazioni residue tendano ad esaurirsi.
Per i ponti a campata multipla, la prova di carico deve essere eseguita su almeno un quinto delle campate.
Le deformate dei ponti sotto carico di collaudo generalmente vengono rilevate utilizzando il metodo inclinometrico o metodo delle tangenti. La metodologia di misura attraverso inclinometri consente di rilevare la deformata di un elemento strutturale in tutti quei casi in cui è poco agevole o impossibile applicare sensori di spostamento all’intradosso della struttura.
Il metodo delle tangenti si basa sulla lettura delle rotazioni puntuali di sensori inclinometrici, posti all'estradosso della struttura. Dalle singole rotazioni misurate si calcolano le tangenti e si procede a determinare la funzione algebrica che le interpola risolvendo un sistema di equazioni di grado n (con n pari al numeri di sensori utilizzati): le tangenti degli angoli rilevati sono le soluzioni mentre le incognite sono i coefficienti dell'equazione algebrica.
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